Trama dell'opera: I gabbiani sorvolano il Mare del Nord. Kengah si tuffa con gli altri per cibarsi di un banco di aringhe. Ma quando riemerge il resto dello stormo è volato via e il mare è una distesa di petrolio che la imprigiona e la avvelena. A stento Kengah spicca il volo, raggiunge la terra ferma e poi, stremata, precipita su un balcone. C’è un gatto su quel balcone, un gatto nero, grande e grosso di nome Zorba, cui la gabbiana morente affida l’uovo che sta per deporre, non prima di aver ottenuto da lui tre solenni promesse. E se per mantenere le prime due sarà sufficiente l’amore del gatto, per la terza ci vorrà una grande idea e l’aiuto di tutti.
“Prometto che non mangerò l’uovo.”
“Prometto che ne avrò cura finché non sarà nato il piccolo.”
“Prometto che gli insegnerò a volare ... e ora riposa.”

Autore: Luis Sepùlveda
Traduzione e adattamento teatrale: Alessandro Gatto
Anno di produzione: 2001 - ripresa 2009
Regia: Alessandro Gatto
Protagonisti: Francesco Tozzi, Sabrina Chiozzotto
Scene: Rita Della Monica
Costumi: Rita Della Monica, Irma Gabbolini
Durata: 60 minuti
Fascia d'età: 3-12 anni
Tipo di allestimento: teatro d’attore e d’ombre

Note
: Un allestimento dimostratosi di indubbio impatto e di sicura efficacia, un originalissimo intreccio di narrazione e favola realizzato grazie a giochi di luce ed ombre, di personaggi e sagome che catturano sin dall’inizio la curiosità dello spettatore in una storia che passa continuamente dalla narrazione all’interpretazione in prima persona degli animali, dando ampio stimolo all’immaginazione ed alla fantasia creativa dello spettatore. Il gatto Zorba, la gabbianella Fortunata, i gatti Colonnello e Diderot e la scimmia Mattia interagiranno spesso con lo spettatore coinvolgendolo ancor più nella storia fino al saluto finale che avverrà tra i piccoli spettatori. L’opera rappresenta un messaggio di speranza e al tempo stesso di amore per la natura, un racconto su come si possa, attraverso mille difficoltà, riuscire a mantenere le proprie promesse. Per il bambino si rileva un contesto formativo che alterna situazioni divertenti a momenti malinconici, lasciando sempre spazio e modo alla sua mente di maturare un concetto di solidarietà e disponibilità verso chi, sotto qualsiasi forma, possa essere diverso o anche soltanto lontano dal nostro abituale modo di vivere e vedere le cose.
L’opera giunge al suo decimo anno di tournée, prima tra le fortunate creazioni del “Teatro Stabile di Grosseto”.
(Alessandro Gatto)
  Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
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